Uno studio con 6 anni di follow-up ha mostrato che i neonati pretermine, trattati con l’anticorpo monoclonale Pavilizumab ( Synagis ) con l’obiettivo di prevenire l’infezione da virus respiratorio sinciziale ( RSV ), presentano una minore probabilità di sviluppare in tempi successivi episodi di respiro sibilante, mentre non ci sarebbe alcun effetto preventivo sull'insorgenza di asma atopico.
In Giappone, è stato condotto uno studio osservazionale, prospettico e multicentrico, in neonati pre-termine, con un'età gestazionale compresa tra 33 e 35 settimane, sottoposti o meno a trattamento con l'anticorpo monoclonale durante la stagione di infezione da RSV 2007-2008; il periodo di follow-up è stato di 6 anni.
Ai genitori dei bambini inseriti nello studio era stato richiesto di riferire delle visite mediche sostenute dai propri figli in seguito a episodi di respiro sibilante.
L'endpoint primario era rappresentato dall'incidenza di asma atopico.
Su 444 neonati pre-termine arruolati, 349 avevano ricevuto Pavilizumab durante il primo anno di vita, mentre 95 non erano stati trattati con l'anticorpo monoclonale.
Il 75% dei neonati, rispetto al totale, ha completato i 6 anni previsti di follow-up, terminato a dicembre del 2013, e 268 di questi, che presentavano campioni ematici alla fine del sesto anno di vita, sono stati inclusi in un sottostudio.
Nei neonati pre-termine che avevano ricevuto almeno tre dosi dell'anticorpo monoclonale, l'incidenza di respiro sibilante frequente nel corso della prima infanzia, diagnosticato dai medici, si era dimezzata.
L’incidenza di asma atopico non si è significativamente ridotta nei neonati pre-termine trattati con Pavilizumab rispetto a quelli non-trattati ( 15.3% versus 18.2%; P=0.57 ).
L'incidenza di asma sibilante frequente è risultata significativamente più bassa nei bambini trattati con l'anticorpo monoclonale rispetto a quelli non-trattati ( 15.3% versus 31.6%; P=0.003 ).
I dati hanno indicato che l'asma atopico ad insorgenza nella prima infanzia potrebbe non essere correlato all'infezione neonatale sostenuta dal virus RSV, a differenza degli episodi di respiro sibilante.
Questo fa ipotizzare l’esistenza di due differenti fenotipi di respiro sibilante durante la prima infanzia: uno dipendente e l'altro indipendente dall'infezione da RSV alle basse vie respiratorie.
Riguardo ai prelievi ematici del sottogruppo selezionato, è stato osservato che i livelli medi totali di IgE ( immunoglobuline E ) erano pressochè sovrapponibili nei due gruppi: 258.8 UI/mL nel gruppo trattato con Pavilizumab e 258.6 UI/mL nel gruppo controllo ( p=0.997 ), come pure i livelli medi di IgE specifiche ( 21.7 UI/mL versus 16.3 UI/mL; p=0.245 ).
Differenze significative sono emerse dal confronto dei tassi di eventi di respiro sibilante diagnosticato: la riduzione di questi eventi è stata pari a 2.1 volte nel gruppo trattato con Pavilizumab rispetto al gruppo controllo ( p inferiore a 0.001 ).
Una limitazione dello studio è rappresentata dal disegno non-randomizzato; inoltre le differenze relative alla caratteristiche demografiche e iniziali dei bambini arruolati, hanno reso molto complessa sia l'interpretazione dei risultati sia la loro estrapolazione a contesti più ampi. ( Xagena2017 )
Fonte: American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine, 2017
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