L’ictus neonatale viene riconosciuto sempre più di frequente e sono stati identificati i fattori di rischio.
La placenta è stata implicata come potenziale fattore che contribuisce all’ictus neonatale; tuttavia, la patologia non è stata descritta in precedenza.
È stato condotto uno studio a serie di casi che ha valutato in modo sistematico i fattori di rischio prenatali, materni e neonatali, e ha descritto la patologia placentale in 12 casi di ictus neonatale.
È stato revisionato il Canadian Pediatric Ischemic Stroke Registry dal 1992 al 2006, che contiene dati su 186 pazienti con ictus neonatale.
Per 12 pazienti con ictus arterioso ischemico cerebrale sintomatico o trombosi sinovenosa la placenta era disponibile per un esame patologico.
Presentazione clinica; fattori di rischio materni, prenatali e neonatali per ictus e esiti del paziente sono stati raccolti in modo retrospettivo dalle cartelle cliniche dei pazienti.
La patologia placentale macro e microscopica è stata descritta e classificata in 4 categorie patologiche.
Dei 12 pazienti studiati, 10 erano maschi, 5 hanno avuto ictus ischemico arterioso e 7 trombosi senovenosa.
I fattori di rischio materni sono stati identificati in 5 casi, fattori di rischio prenatali in 10 casi e fattori di rischio neonatali in 10 casi.
Lesioni placentari erano presenti in 10 casi e sono stati classificati come processo tromboinfiammatorio in 6 casi, evento improvviso catastrofico in 5 casi, ridotta riserva placentare in 3 casi e ambiente intrauterino altamente stressante in 2 casi.
In conclusione, questo studio ha compiuto una dettagliata revisione della patologia placentare in una coorte selezionata di pazienti in prossimità del parto e ha correlato tale patologia con presentazione clinica, esito e fattori di rischio per ictus neonatale.
Questi risultati suggeriscono che nell’ictus neonatale sono coinvolti fattori di rischio multipli e che la patologia placentare potrebbe essere un fattore che contribuisce al rischio.
Le implicazioni di specifiche lesioni della placenta devono essere determinate con studi più ampi e studi caso-controllo. ( Xagena2011 )
Elbers J et al, Pediatrics 2011; 127: e722-729
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