La nutrizione nelle prime settimane di vita potrebbe avere delle ripercussioni sul rischio di malattia in età adulta.
Ricercatori dell’University of London hanno esaminato l’influenza della nutrizione infantile sui fattori di rischio cardiorespiratori nell’età adulta.
Un totale di 9377 persone nate nell’arco di una settimana nel 1958 in Inghilterra, Scozia e Galles sono state monitorate periodicamente dalla nascita e fino all’età adulta.
I dati relativi alla nutrizione infantile sono stati registrati grazie ad un questionario somministrato ai genitori quando i bambini avevano 7 anni.
Il questionario prevedeva le seguenti opzioni: mai allattati al seno, allattati parzialmente o completamente per un periodo inferiore ad 1 mese o per un periodo superiore ad 1 mese.
Tra i 44 e i 45 anni sono stati misurati altezza, circonferenza vita, circonferenza fianchi, rapporto vita-fianchi, indice di massa corporea, pressione sanguigna, volume respiratorio forzato, colesterolo totale, colesterolo LDL e colesterolo HDL, trigliceridi, emoglobina A1c, fibrinogeno, D-dimero di fibrina, proteina C-reattiva, fattore di von Willebrand, antigene attivatore tissutale del plasminogeno.
La nutrizione al seno per un periodo superiore ad 1 mese è risultata associata ad una minore circonferenza vita, minore rapporto vita-fianchi e minore fattore di von Willebrand, e ad un rischio di obesità inferiore se comparata alla nutrizione artificiale dopo opportune correzioni per peso alla nascita, peso della madre prima della gravidanza, eventuale madre fumatrice in gravidanza, posizione socioeconomica durante la gioventù e l’età adulta, luogo di nascita, sesso di appartenenza ed eventuale stato di fumatore attuale.
Il tipo di nutrizione infantile non è stata associata a nessun altro fattore di rischio cardiorespiratorio dopo aggiustamento, ad eccezione di un livello inferiore di fibrinogeno e proteina C-reattiva nelle donne.
Lo studio ha mostrato che le associazioni inverse tra la nutrizione al seno per un periodo superiore ad un mese e le misure dell’obesità centrale e dei marcatori dell’infiammazione sono poche e di scarso impatto sulla salute pubblica. ( Xagena2007 )
Rudnicka AR et al, Pediatrics 2007;119: e1107-1115
Pedia2007