I bambini di madri depresse hanno elevati problemi comportamentali, presumibilmente a causa del fatto che la depressione materna altera l’ambiente protettivo.
Alternativamente, l’associazione tra depressione materna e comportamenti antisociali dei bambini può verificarsi perché:
- le donne depresse hanno un’alta probabilità ad avere tratti antisociali di personalità,
- le donne depresse hanno un’alta probabilità di accompagnarsi di accudire bambini con uomini antisociali,
- i bambini di madri depresse ereditano una propensione genetica alla psicopatologia .
Lo studio, condotto da Ricercatori del King’s College di Londra in collaborazione con la Wisconsin University, ha utilizzato i dati ottenuti dall’E-Risk Study, una coorte inglese rappresentativa di 1.116 coppie di gemelli valutati a 5 e a 7 anni di età.
La depressione materna che insorge dopo, ma non prima, la nascita dei gemelli è risultata correlata con il comportamento antisociale del bambino.
E’ stata osservata una relazione dose-risposta con il comportamento antisociale a 7 anni.
Una storia familiare di sintomi del disturbo antisociale della personalità ha rappresentato approssimativamente un terzo delle associazioni osservate tra la depressione materna ed il comportamento antisociale dei bambini, ma la depressione materna ha continuato a predire in modo significativo il comportamento antisociale dei figli.
L’analisi dei cambiamenti intraindividuali ha indicato che i bambini esposti alla depressione delle loro madri tra i 5 ed i 7 anni hanno manifestato un successivo incremento del comportamento antisociale a 7 anni.
La combinazione tra depressione e sintomi del disturbo antisociale della personalità nelle madri rappresenta il più alto rischio di comportamento antisociale dei bambini.
Gli studi che ignorano la trasmissione genetica sovrastimano gli effetti della trasmissione sociale poiché sia i processi genetici che quelli di tipo ambientale sono coinvolti nel rischio di comportamento antisociale dei bambini di madri depresse.( Xagena2005 )
Kim-Cohen J et al, Arch Gen Psychiatry 2005; 62: 173-181
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