I bambini malati di cancro ricevono trattamenti mutageni, che sollevano preoccupazioni per la potenziale trasmissibilità del danno alla linea germinale alla propria prole.
Questa problematica non è stata adeguatamente studiata fino ad oggi a causa della mancanza di una dettagliata valutazione della esposizione individuale a trattamenti come le dosi di radiazioni alle gonadi.
All'interno del Childhood Cancer Survivor Study è stata eseguita un'analisi retrospettiva di coorte di casi convalidati di anomalie congenite tra 4.699 bambini, tra cui 1.128 maschi e 1.627 femmine sopravvissuti a cancro infantile.
Un totale di 129 bambini avevano almeno una anomalia ( prevalenza: 2.7% ).
Per i bambini le cui madri sono state esposte a radiazioni o ad agenti alchilanti, rispetto a quelli le cui madri non avevano subito nessuno dei due trattamenti, la prevalenza di anomalie era del 3.0% versus 3.5% ( P=0.51 ); le cifre corrispondenti per i bambini di sopravvissuti di sesso maschile erano 1.9% contro 1.7% ( P=0.79 ).
Né la dose di radiazioni alle ovaie ( in media, 1.19 Gy; odds ratio, OR=0.59 ), né la dose di radiazioni ai testicoli ( in media, 0.48 Gy, OR=1.01 ) è stata correlata al rischio di anomalie congenite.
Il trattamento con agenti alchilanti, inoltre, non è risultato significativamente associato ad anomalie dei figli di sopravvissuti maschi o femmine.
In conclusione, esiste una forte evidenza che ha indicato che i figli di donne sopravvissute al cancro non sono a rischio significativamente aumentato per le anomalie congenite derivanti da esposizione dei genitori a trattamenti mutageni contro il cancro.
Questa informazione è importante per la consulenza ai sopravvissuti al cancro che intendono avere figli. ( Xagena2012 )
Signorello LB et al, JCO 2012; 30: 239-245
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